I Piani Individuali Pensionistici sono la terza grande opzione di Previdenza Complementare presente sul mercato.
Teoricamente dovrebbero essere strumenti utili ed efficaci, giusto?
In realtà si tratta di uno strumento altamente inefficiente e spesso non adeguato a raggiungere l’obiettivo finale.
Vediamo di seguito cosa sono i Piani Individuali Pensionistici (PIP) e le sue principali caratteristiche.
Questo è il 4° articolo della mini-serie sulla previdenza integrativa.
Gli altri articoli sono:
- Come costruirsi la pensione integrativa: la guida definitiva
- Cosa sono i fondi pensione chiusi e quando conviene aderire
- Cosa sono i fondi pensione aperti: tutti i motivi per non aderire
- Pensione Integrativa: come costruirla in autonomia
Vediamo quindi cosa sono i Piani Individuali Pensionistici.
Caratteristiche principali
Innanzitutto partiamo col dire che i PIP sono dei prodotti assicurativi, cioè strumenti completamente diversi rispetto ai Fondi Pensione.
Si tratta quindi di polizze sulla vita, o di polizze unit-linked (cioè legate a quote di fondi comuni), offerte e gestite da compagnie di assicurazione, con obiettivi di previdenza complementare.
Non sono quindi delle polizze vita cosiddette di “rischio puro” (le classiche polizze temporanee caso morte), ma finalizzate ad un obiettivo di investimento specifico.
Non essendo quindi un prodotto assimilabile ai Fondi Pensione, si può aderire solo ed esclusivamente in forma individuale (niente adesione collettiva, sorry).
Un aspetto positivo è che puoi aderirvi anche se sei un lavoratore autonomo, a progetto e perfino se non hai un contratto di lavoro.
Esattamente come per le altre soluzioni di previdenza complementare, i fondi utilizzati e gestiti dalla compagnia di assicurazione posso essere accantonati in quella che si definisce “Gestione Separata”, che significa farli rientrare in un patrimonio diverso rispetto a quello che la compagnia usa per il suo regolare business.
Il motivo di questa separazione risiede nella maggiore tutela per i contributi apportati, in quanto non mischiati con quelli utilizzati per “fare assicurazione”.
Oppure i tuoi contributi possono essere utilizzati e investiti in fondi comuni interni o di soggetti terzi, quando la scatola utilizzata è quella della polizza unit linked.
Puoi aderire ai PIP in due modi:
- Con il TFR. In questo caso la scelta è irreversibile.
- Con una quota libera di tua scelta.
Come per i fondi pensione, al momento di definire il tipo di investimento dei tuoi contributi, ti troverai davanti diverse opzioni, comparti o linee tra cui dovrai scegliere.
Si tratta di selezionare il tuo profilo di rischio e aderire alla soluzione che lo rispecchi a pieno.
Se desideri aggiungere contributi per altre persone, puoi anche decidere di inserire un familiare all’interno di un Piano Individuale Pensionistico (moglie/marito o figli), purchè sia fiscalmente a carico.
Al momento di andare in pensione avrai a disposizione sempre due opzioni:
- Ricevere in parte il capitale accumulato e in parte la rendita
- Ricevere una rendita mensile
Ora vediamo di valutare la convenienza dei Piani Individuali Pensionistici seguendo lo schema con le 6 variabili, impostato nella guida generale.
1) Importo da raggiungere: uguale per tutte le soluzioni
2) Orizzonte temporale: uguale per tutte le soluzioni
3) Livello di contribuzione: uguale per tutte le soluzioni
4) Risparmio Fiscale
5) L’incidenza dei costi
6) L’accesso al capitale
Affrontiamole tutte.
1. L’Importo da raggiungere
La prima cosa da fare è calcolare il tuo Gap previdenziale, ovvero l’importo di capitale da integrare.
Per farlo puoi usare questa calcolatrice.
2. Il livello di contribuzione
Per trovare risposta a questa domanda devi impostare quel livello che, con l’aiuto dell’interesse composto, ti aiuterà a raggiungere l’importo definito al punto precedente.
Fare questo calcolo è molto semplice e puoi provare su questo sito.
3. L’Orizzonte Temporale
Se il tuo orizzonte temporale è breve, non ti potrai permettere di gestire grosse oscillazioni, perché rischieresti di subire perdite difficili da recuperare in tempo.
Al contrario, se cominci presto, un eventuale anno negativo può essere adeguatamente assorbito e recuperato nel corso del tempo.
Inoltre, più anni di contribuzione maturerai, più capitale avrai accumulato, e tutto questo si tramuterà in maggiori interessi nel corso del tempo.
Quindi, se il momento della tua pensione è oltre i 10 anni da oggi (orizzonte temporale di lungo periodo), puoi considerare di valutare una soluzione finale che abbia un livello di rischio un po’ più alto.
Viceversa, se il tuo orizzonte è sotto i 10 anni (breve e medio periodo), dovrai valutare di proteggerti maggiormente da eventuali oscillazioni.
4) Il risparmio fiscale
Così come per i fondi chiusi e aperti, uno dei vantaggi più grandi dell’utilizzo dei piani individuali pensionistici è il risparmio fiscale.
Le regole sono uguali ai Fondi Pensione, ovvero hai la possibilità di guadagnare con:
- Deducibilità sui contributi versati
- Tassazione sulla pensione percepita
Deducibilità sui contributi versati
Ogni anno puoi dedurre dalle tasse (cioè abbassare il tuo reddito imponibile) l’importo totale dei contributi versati, fino ad un massimo di 5.164 €.
Tassazione sulla pensione percepita
Ebbene si, quando percepisci la pensione (rendita o capitale), dovrai pagare altre tasse.
Per incentivare le persone a sfruttare questa opzione, il legislatore ha portato la tassazione al 15%.
Questo numero però può essere ulteriormente abbassato.
Come? Molto semplice.
Dopo 15 anni di contribuzione, ogni anno successivo ti viene decurtato uno 0,30%, fino al limite massimo di risparmio del 6% (6% diviso 0,30% = 20 anni di contribuzione ulteriore).
Perciò, se rimani fedele al PIP per 35 anni (15 iniziali + 20 successivi) la tassazione finale sarà del 9% (15% – 6% = 9%).
Come puoi notare, l’incentivo fiscale aumenta con il passare degli anni di aderenza.
Quindi il livello di anzianità influisce pesantemente sulla tua scelta di aderire o meno perché, se parti presto, avrai molti più vantaggi rispetto a chi entra a metà della propria carriera professionale.
5) L’incidenza dei costi
La COVIP (Commissione di VIgilanza sui fondi Pensione) indica un parametro per confrontare i costi di questi strumenti, l’ISC (Indicatore sintetico di costo), che puoi trovare su tutti i fogli informativi.
Come indicato dalla Covip stessa e descritto in diverse ricerche, il costi presenti nei PIP sono i più alti tra le soluzioni di previdenza complementare a disposizione.
ATTENZIONE: L’ISC non tiene in considerazione i costi impliciti (ricordi? quelli che non si vedono).
Ti ripropongo quindi lo stesso ragionamento che ho fatto per i fondi chiusi e aperti.
Se ho accesso a 100 € di bonus e devo decidere quando incassarli, preferisco prenderli subito e investirli per 35 anni (riduzione dei costi), guadagnando dagli interessi, invece che averli come sconto sulle tasse alla fine del periodo finale.
Sono sempre 100 €, ma se li investo subito ho un capitale maggiore su cui maturare interessi nel tempo e otterrò così un vantaggio enorme, non trovi?
Ecco perché i costi sono più importanti dello sconto fiscale!
6) L’accesso al capitale
L’accesso al capitale prima del tempo è uguale ai fondi chiusi e aperti e si divide in due possibilità:
- Anticipo parziale
- Riscatto al 100%
Anticipo parziale
Esiste una lista di casi particolari in cui è possibile richiedere anticipatamente una parte dei soldi allocati.
Vediamola insieme:
- Anticipo del 75% per ristrutturazione o acquisto della casa per se o per i propri figli. Questa possibilità può avvenire solo dopo i primi 8 anni.
- Anticipo del 75% per spese mediche per se o per i familiari, anche prima degli 8 anni.
- Anticipo del 50% in caso di cassa integrazione o mobilità. Si può accedere anche in caso di disoccupazione, ma solo tra i 12 e i 48 mesi di non lavoro. Non prima e non dopo.
- Anticipo del 30% senza giustificazioni particolari, ma non prima dell’8 anno di contribuzione
Riscatto al 100%
Vi sono alcuni casi particolari in cui è possibile recuperare tutti i soldi accantonati prima del tempo:
- Disoccupazione da più di 4 anni
- Perdita della capacità lavorativa per invalidità permanente ad oltre 1/3.
- Premorienza: il riscatto verrà effettuato dagli eredi.
ATTENZIONE: il riscatto totale non si può avere nei 5 anni precedenti alla pensione.
Ora hai tutti gli elementi per decidere adeguatamente.
Vediamo qualche caso particolare.
Casi particolari
Cosa succede se perdo il lavoro?
L’impatto sarà del tutto nullo.
Puoi continuare a mantenere la tua iscrizione anche in assenza di contribuzione, o puoi contribuire volontariamente se hai delle risorse da parte.
Eventualmente riprenderai a contribuire una volta trovata una nuova occupazione.
Cosa succede se cambio lavoro?
Nulla.
I Piani Individuali Pensionistici, essendo liberi e autonomi, sono svincolati dalla tipologia di occupazione del lavoratore, perciò il cambio lavoro non influisce minimamente, se non sulla capacità di apportare i contributi.
Questo aspetto è molto flessibile, nel senso che si può aumentare, diminuire o interrompere la contribuzione in qualsiasi momento.
Quando conviene aderire ad un PIP?
Ed eccoci arrivati alla fine.
Lo so, la domanda rimane: conviene aderire ad un PIP? E se si, quando?
Ti riporto quanto già detto sia per i fondi pensione chiusi, che aperti:
“Quando valuti se aderire o meno ad un piano individuale pensionistico, considera che il suo maggiore vantaggio è lo sconto fiscale, ma che ne potrai usufruire appieno solo se partecipi per 35 anni di fila.
Ogni anno in meno di contribuzione riduce questa possibilità.“
In questa soluzione non puoi neanche fare affidamento sul contributo del datore di lavoro.
I costi poi rimangono un grosso punto a sfavore, soprattutto perché superiori alla media delle altre soluzioni in circolazione.
Bene, siamo arrivati in fondo alla spiegazione dei Piani Individuali Pensionistici.
Se vuoi scoprire come funzionano le altre opzioni ti consiglio di leggere gli altri articoli:
- Come costruirsi la pensione integrativa: la guida definitiva
- Cosa sono i fondi pensione chiusi e quando conviene aderire
- Cosa sono i fondi pensione aperti: tutti i motivi per non aderire
- Pensione Integrativa: come costruirla in autonomia
Non lasciare che siano gli altri a decidere per te.
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Commenti
Buongiorno,
le chiedo un consiglio. Ho iniziato a lavorare quest’anno e mi si è posta subito la scelta di aderire a un FPN (il FONCHIM nel mio caso) e ad un PIP (Generali).
Alla luce di quanto scritto in questo articolo e quello sui FPN e da quanto appreso nel sito del COVIP (sopratutto riguardo l’indicatore del costo), mi sembra che aderire al FONCHIM sia la scelta più saggia.
Vorrei sentire il suo parere a riguardo, grazie
I fondi negoziali hanno in più il contributo del datore di lavoro e hanno costi nettamente inferiori ai PIP o altre soluzioni integrative. Fonchim è poi un buon fondo pensione, perciò non c’è nemmeno da pensarci.
Matteo
Buongiorno Matteo, dopo aver letto con molto interesse il tuo articolo “illuminante” sui Piani Individuali Pensionistici, ho scoperto che purtroppo quello a cui ho aderito qualche anno fa è proprio uno di questi. Nel 2014 infatti il mio “Family Banker” mi aveva convinto ad abbandonare “Fondo Energia” (fondo pensione chiuso) in favore di “Tax Benefit new”, di cui solo adesso ne ho capito la natura, grazie a te. In particolare ho aderito a questo piano con versamento TFR e perdita del contributo del mio datore di lavoro.
Vorrei capire se adesso posso tornare indietro oppure no. Cosa intendi quando indichi la scelta come “irreversibile” ?
Grazie anticipatamente per la tua disponibilità
Buongiorno Domenico, si puoi tornare indietro.
Ciò che è irreversibile è la scelta di aver aderito ad un fondo pensione, ma puoi tranquillamente spostare la tua posizione da un fondo ad un altro, a piacimento.
a presto
Matteo