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MB Podcast Ep.3: Come investo e pianifico la gestione del mio patrimonio

Come investo i miei soldi e quali scelte di Pianificazione Finanziaria ho preso per la gestione del mio patrimonio personale

Data di pubblicazione

21 Gennaio 2021

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Listen to “Ep.3: Come investo i miei soldi” on Spreaker.

Se non puoi ascoltare questo podcast o preferisci leggere gli argomenti trattati voglio offrirti la trascrizione completa della puntata:

Come ho impostato la mia pianificazione finanziaria

Uno dei fattori di più grande orgoglio che mi porto dietro da Consulente Finanziario Indipendente è che posso liberamente consigliare alle persone che seguo le stesse strategie, gli stessi strumenti e le medesime decisioni finanziarie che prendo per me e per la mia famiglia.

Vorrei quindi raccontare come ho impostato la gestione del mio patrimonio personale, per far capire quanto contano certe scelte e decisioni e di come la parte strategica sia in realtà il fattore che più di tutti incide nell’ottenimento di risultati concreti e consistenti.

Il mio punto di partenza è ovviamente la mia Pianificazione Finanziaria.

Mi sono seduto con la mia famiglia e abbiamo riflettuto sui nostri obiettivi di vita comuni.

Tutta la mia pianificazione finanziaria è basata su 3 grandi concetti che non mi stancherò mai di ripetere:
1: Aggregare
2: Semplificare
3: Automatizzare

Aggregare significa avere una visione a 360°. Non posso investire soldi sui mercati se nel frattempo non mi sono occupato di tutti gli altri aspetti della mia vita finanziaria, come ad esempio aver gestito il mio bilancio familiare, la protezione del mio capitale umano e dei miei asset, gli aspetti di natura previdenziale ed essermi assicurato che tutto il mio patrimonio sia stato preventivamente messo al sicuro da strumenti e meccanismi che non lo facciano disperdere se a me o ad altri membri della mia famiglia dovesse succedere qualcosa. Solo dopo aver svolto questo processo, posso preoccuparmi di andare ad investire la quota corretta di capitale sui mercati finanziari 

Semplificare significa ridurre al minimo indispensabile l’impatto delle informazioni che devo avere per prendere delle decisioni sensate ed efficaci (se sono una persona che di mestiere fa qualcosa di diverso dall’ambito legato ai mercati finanziari, sapere come si calcola il VaR del mio portafoglio o come si interpretano indicatori come il Vix o il Cape non è rilevante. Sapere invece a quanto ammonta il mio tenore di vita e qual è il valore del mio patrimonio netto sono informazioni fondamentali.

Automatizzare significa ridurre al minimo l’impatto pratico delle mie decisioni finanziarie, per far si che il mio patrimonio lavori per me e non viceversa. Posso quindi dedicarmi alla mia famiglia, al mio lavoro e ai miei interessi, senza bisogno di andare a controllare ogni 5 minuti l’andamento del mio portafoglio.

Il mio più grande obiettivo

Il mio più grande obiettivo al momento è investire sul mio capitale umano, ovvero sulle mie competenze ed esperienze formative e professionali. Decine di migliaia di euro all’anno se ne vanno su questo versante, perché ritengo che sia e sarà la fonte di più grande soddisfazione e crescita per diversi anni futuri. Il rendimento sarà incalcolabile e non ci sono performance sui mercati finanziari o in qualsiasi altro luogo o settore che mi potrà mai restituire lo stesso livello di soddisfazione di quello che arriva quando si cresce dal punto di vista personale attraverso un investimento in capitale umano. Se io mi alzo la mattina contento di ciò che faccio, del mio lavoro, dei miei progetti e dei miei obiettivi, riesco a vivere una vita serena e appagata, dato che il mio capitale umano coincide con la mia scala di valori, perciò investire sulla mia professione e sul mio progetto imprenditoriale è il modo con cui faccio le esperienze che desidero e mi tolgo le soddisfazioni che voglio raggiungere.

Come ho distribuito il capitale finanziario

Parlando strettamente di capitale finanziario, come fondamenta di tutto ho impostato dei piani di risparmio ricorrenti, che tutti i mesi trasferiscono risorse dal mio conto principale a quello dedicato al risparmio e agli investimenti. Si perché una corretta pianificazione finanziaria prevede l’utilizzo di più conti correnti per funzionare al meglio.

Ho poi impostato una asset allocation cosiddetta “core” per il mio principale obiettivo a lungo termine, ovvero la pensione e gli ho dato un profilo di rischio alto.

Ho una personale propensione al rischio alta e anzi ritengo che i mercati azionari (tra quelli finanziari) siano il luogo che meglio di chiunque altro può remunerare adeguatamente il capitale. Ed è così anche perché ho alle spalle la solidità della mia pianificazione, che mi aiuta a non preoccuparmi per la volatilità e le oscillazioni dei mercati.

La mia strategia per gli investimenti

Qui la scelta è stata quella di semplificare al massimo e di automatizzare il tutto, perciò ho un PAC su ETF passivi a basso costo ed entro a cadenza regolare, senza nemmeno guardare cosa succede sui mercati. Nel corso del tempo sono entrato poco prima, durante e subito dopo delle discese di mercato, ma onestamente non me ne sono mai preoccupato.

Dopo aver deciso la mia asset allocation e aver impostato gli automatismi cerco di muovere il mio portafoglio il meno possibile. Mi preoccupo di ribilanciare la posizione ogni tanto e solo se è assolutamente e strettametne necessario. Il punto è che va bene così, in quanto riduco al minimo tutti i costi, economici, fiscali e soprattutto emotivi.

Se il mercato sale io compro. Se il mercato scende compro ancora, perciò elimino la decisione e il dubbio se farlo o meno e semplicemente continuo ad accumulare sulle mie posizioni. La parte strategica l’ho fatta a monte, la parte operativa non deve pensare di intervenire con operazioni discrezionali.

Se voglio fare un cambio significativo lo devo fare a livello strategico, non operativo.

I miei errori

Sono arrivato a questa conclusione grazie all’esperienza anche diretta che ho fatto sui mercati. Quando ho cominciato, diversi anni fa, ho passato anche io tutte le fasi tipiche dell’investitore alle prime armi che si deve fare le ossa.

Messo soldi sui mercati per poi vederli scendere subito dopo e pensare di aver sbagliato il timing (salvo poi capire solo anni dopo che non fosse importante)

Concentrato i miei investimenti solo su singoli titoli, salvo poi capire come dovevo diversificare adeguatamente

Fatto dentro fuori alcune volte, salvo poi capire che dovevo entrare e rimanere investito per il più lungo tempo possibile e che dovevo entrare il prima possibile

Sono andato a controllare la mia posizione tutti i giorni, mentre ora se va bene gli do un’occhiata di sfuggito una volta ogni 3 mesi e seriamente una volta l’anno

Ho dovuto fare diversi errori per imparare e arrivare ad avere una gestione efficace e capire che il motivo delle cose che non funzionavano erano i miei comportamenti, più che la selezione degli strumenti finanziari. La mia professione oggi ringrazia per l’enorme quantità di esperienza diretta che ho accumulato nel tempo e che mi ha insegnato a valutare i rischi finanziari e le insidie dei mercati.

Ho una quota “satellite”, ovvero un piccolo orticello di investimento dedicato a singoli titoli azionari con l’approccio al lungo termine. Non compro per speculare sul breve, non è nel mio carattere e rimango sempre un investitore. Per tale motivo acquisto quote di azioni che ritengo valide e in grado di creare valore aggiunto nel corso del tempo. Quando sui mercati si presenta uno storno importante ne approfitto per accumulare ulteriori quote sulle posizioni già in essere e portarmi a casa altro valore aggiunto a prezzi di saldo. Non ho dedicato più del 5% del mio intero patrimonio a questo ambito e questo mi fa stare tranquillo qualsiasi cosa succeda.

Poi ho un fondo pensione aperto, per integrare e diversificare la mia strategia previdenziale, su cui verso ogni anno una quota fissa, sempre in modo meccanico.

Dato che faccio il consulente finanziario indipendente ho poi provato, testato e analizzato tanti ambiti e settori, prima di proporli ai miei clienti.

Un po’ per diversificare ed evitare che sia tutto concentrato sui mercati finanziari, un po’ per fare da apripista a nuovi settori o tecnologie che possono essere utili a me come ai miei clienti.

Non consiglio mai una cosa che non ho provato in prima persona e che conosco a fondo.

Ho una posizione aperta in criptovalute. Sono almeno 2-3 anni che ho il mio wallet con al suo interno alcune cripto. Ho messo importi molto bassi, perché il mio obiettivo era testare la piattaforma e il mondo cripto in generale. Il mio approccio rimane quello di investire soldi sulle cose che capisco, indipendentemente dal fatto che siano valide o no. Il mondo delle cripto è molto complesso e non voglio pensare di essere tuttologo e capire come funzionano gli algoritmi sottostanti alla blockchain, perché non è così. Ho quindi diversificato sulle cripto che pensavo potessero avere maggiore sviluppo e ho lasciato correre la cosa. Non mi ha entusiasmato più di tanto. Non lo vedo diverso dal buttare soldi su singole azioni, con la differenza che con le cripto faccio molta più fatica a capire dove sta il valore, per miei limiti di analisi. Penso comunque che oggi sia ancora soprattutto una moda e una sorta di nuova corsa all’oro e che ci vorrà ancora qualche anno prima che arrivino le prime vere applicazioni comprensibili e presenti nelle nostre vite.

Ho anche due posizioni aperte sul mondo P2P e Crowdfunding. Una posizione è sul real estate e un’altra sul P2P lending ad aziende. Non mi fanno impazzire perché richiedono tanto approfondimento (quindi tempo) che io voglio dedicare ad altre cose. Queste piattaforme hanno spesso la versione “fai da te” o quella “ci pensiamo noi” e dopo un po’ ti rendi conto che alla fine seguirai quella del “ci pensiamo noi” per mancanza di tempo. Dopo l’inizio interessante dove ti diverti con il nuovo giochino, la tua routine prende il sopravvento e torni alla normalità, perciò alla fine non lo vedo troppo diverso dal comprare un ETF e tornare alla modalità passiva e automatica del portafoglio core. Le idee comunque sono buone e interessanti, anche se i rendimenti non li regala mai nessuno e bisogna sempre ricordarsi di tenere a mente il rapporto rischio/rendimento. Pasti gratis in finanza non ce ne sono.

Conclusioni

Ecco qui, questo è il modo in cui gestisco il mio patrimonio, in modo aggregato, semplificato ed automatizzato, ma sempre basato su una solida strategia che si poggia sulla Pianificazione Finanziaria che circa una volta l’anno riguardo per verificare che sia ancora valida o eventualmente per integrarla con nuove informazioni o obiettivi.

Questo è il motivo per cui cerco sempre di sensibilizzare tutte le persone che chiedono il mio aiuto a fare il percorso di Pianificazione Finanziaria, prima di entrare sui mercati finanziari e la mia speranza è che sempre più persone possano adottare questa metodologia di gestione del proprio patrimonio.

Anche perché è l’unica che funziona veramente.

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